
Quello che accade quando, per bocca dell’incompetenza, si pretende di trasformare l’eccelsa cultura in “bibita popolare”, quando in modo sotterraneo si combattono lo studio, l’impegno, la conoscenza vera in forza delle presunte capacità dello spettacolo (dai costi per di più milionari, equivalenti a circa 1/4 di milione di libri) di sostituirli con un superficiale e gradevole (ammesso che lo sia) intrattenimento. Una cultura senza libri è come un orologio senza ore (da un pensiero di Vicente Huidobro). Di tanto in tanto è opportuno e giovevole ricordare le indecorose proposte culturali della televisione pubblica.
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